LAVORANDO PER POSARE UN PAVIMENTO ESTERNO IN PORFIDO
Nei scorsi mesi siamo stati contattati da una gentile Signora che, dopo aver visitato il nostro sito, ci chiedeva la disponibilità a sostituire il pavimento esterno del proprio condominio costituito da del bollettonato di travertino e cementine prestampate così come in uso negli anni ’60, con un pavimento in porfido.
La Signora, consigliera condominiale insieme ad altre tre persone, era rimasta ben impressionata dalle lavorazioni di pavimentazioni esterne presentate sulle nostre pagine, pertanto ci ha onorato da subito con la massima fiducia, condivisa anche dagli altri consiglieri. Tanto che qualche settimana dopo ci siamo ritrovati nell’ufficio dell’amministratore condominiale a definire l’accordo per eseguire il lavoro. Sono quindi seguiti diversi sopralluoghi per organizzare il cantiere. Da questi è emerso che l’accesso al condominio si rivelava stretto per cui si è valutato di dover lavorare con attrezzature (furgoni, bobkat, ecc.) che offrissero un ingombro compatibile.
Un ulteriore problematica era costituita dagli spazi interni ridotti per le manovre di scarico dei materiali (sabbia, cemento, ecc., il porfido stesso).
Per evitare complicazioni burocratiche, dovute all’occupazione di suolo pubblico, abbiamo usufruito di un posto auto cortesemente offerto da un condomino.
Nel procedere coi lavori si è deciso di suddividere l’esecuzione in due tempi, in modo da poter consentire il passaggio senza ostruzioni ai condomini, considerando inoltre la presenza di un disabile su carrozzina. Una volta transennato ove necessario, abbiamo posizionato le passerelle ed impostato il cantiere secondo tutti i criteri di sicurezza.
Si è iniziato con lo smantellamento del pavimento in travertino esistente e, pur trovandoci in autunno, il tempo ci ha sempre graziato.
Dopo aver battuto i piani con dei picchetti, si sono create le tracce per l’elettricista, si sono stesi i corrugati, posizionati i pozzetti di ispezione, montati i telai di due chiusini in ferro, perimetrato con delle assi di legno due grandi aiuole che insistevano sul pavimento, collocato la rete elettrosaldata (quadro 20, filo 8 ) si è infine predisposto per la gettata in calcestruzzo, misturandola con un’apposita benna miscelante montata sul bobkat, stendendola con la dama e la pala.
- posizionamento picchetti
pavimenti in porfido posa - posizionamento picchetti
- realizzazione tracce per corrugati elettrici
pavimenti in porfido posa - tracce per corrugati elettrici
- stesura corrugati elettrici
pavimenti per esterno stesura corrugati elettrici
- stesura calcestruzzo con pala e dama
pavimenti in porfido - stesura con pala e dama
- posa pozzetto in ghisa
pavimenti per esterno-posa pozzetto in ghisa
- benna mescolatrice per calcestruzzo
pavimenti per esterno - benna mescolatrice
- benna mescolatrice per calcestruzzo
pavimenti per esterno colata cemento
- posizionamento rete elettrosaldata
pavimenti per esterno posizionamento rete elettrosaldata
Una volta terminata la prima gettata abbiamo spostato il cantiere dalla parte opposta della corte procedendo con il medesimo schema: smantellamento e gettata in calcestruzzo. Complessivamente queste prime operazioni hanno richiesto una settimana di tempo.
La settimana susseguente ci siamo fatti consegnare dal ns. fornitore il ciglio in peperino alto cm. 15 x 5 per perimetrare lo spazio delle aiuole, il porfido a spacco, destinato alla maggior parte della superficie e una piccola quantità di porfido quadrangolare da cm. 20 su due lati paralleli gli altri due “a correre”, tutto materiale scelto con molta attenzione dalle due consigliere del condominio. Compito assegnato loro in quanto donne :-).
Abbiamo steso uno strato di guaina da mm. 4 a ridosso dei due palazzi, ma solo per cautela visto che in tanti anni non si sono mai verificate infiltrazioni negli appartamenti attigui, quindi abbiamo montato i cigli intorno alla aiuole e posizionato i chiusini.
Nella zona antistante i portoni dei due palazzetti, uno a destra e l’altro a sinistra, è iniziata la posa del porfido quadrangolare su una superficie di 20 mq. del medesimo colore misto (grigio e rosso) di quello a spacco.
Questa area è quella che ci ha creato maggior problemi in fase di posa, poiché non potevamo delimitarne adeguatamente il passaggio. Così i condomini e relativi cani, visitatori che continuamente entravano ed uscivano, spesso calpestavano il pavimento appena montato creandoci non poche perdite di tempo che ci hanno costretto a proseguire i lavori fino a sera inoltrata per consentire il rientro di tutti in entrambe le palazzine.
La mattina dopo, usando ancora la stessa metodologia con cui abbiamo iniziato, prima su un lato e poi sull’altro, abbiamo cominciato a stuccare le fughe del porfido, con una mescola di sabbia fine ulteriormente setacciata e cemento 425, con un ‘bicchierotto’.
Atteso qualche ora che tirasse, l’eccesso di cemento veniva tagliato con un ‘cucchiarotto’, immediatamente dopo lo si è incideva con il manico di un coltello (come si fa abitualmente). Il tutto ha comportato un’altra settimana di tempo, 100 mq. di porfido a spacco e 20 mq. di quadrangolare.
- stuccatura-con-bicchierotto
pavimenti-in-porfido-stuccatura-con-bicchierotto
- taglio della stuccatura in eccesso
pavimento in porfido - taglio della stuccatura in eccesso
- finitura della stuccatura
pavimento in porfido finitura della stuccatura
Il giorno seguente (sabato) abbiamo smontato il cantiere e stoccato il porfido residuo in un luogo condominiale. Si è quindi lavato tutta la superficie posata compreso il posto auto del condomino che ce lo ha gentilmente concesso, caricato sui furgoni tutta l’attrezzatura compresi i calcinacci di risulta della posa e della fuga. Tutto concluso per il meglio…
Almeno credevamo…, invece?
Non avevamo fatto i conti con i famigerati 4 consiglieri, due uomini di cui uno ingegnere, e due donne con un concetto estetico “prettamente femminile”.
In aggiunta sono emerse le ulteriori trenta famiglie abitanti nelle palazzine, piuttosto eterogenee nelle loro interpretazioni che, visto che dovevano pagare, ritenevano ognuna di aver diritto a contestare qualcosa.
Fortunatamente ci siamo trovati a dover risolvere solo alcune “imperfezioni” definite da un’improbabile riunione generale. Di conseguenza, per agevolare la Signora che ci aveva incaricato e conferito la fiducia iniziale e far sì che non venisse lapidata, abbiamo effettuato un sopralluogo di collaudo insieme ai 4 consiglieri, l’amministratore e un geometra che nel frattempo era stato designato come direttore dei lavori.
Ci siamo resi conto che alcune delle ”imperfezioni” menzionate erano assolutamente inesistenti, altre invece risultavano effettivamente fastidiose.
In particolare due:
- le cosiddette “fughe” del porfido, essendo state fatte in due tempi diversi e pur essendo la stessa mano, apparivano incise in maniera diversa (con due coltelli diversi); va considerato che le fughe sul porfido a spacco sono tutto, esteticamente parlando, si rischia di vanificare un ottimo lavoro di posa se questo particolare non è perfetto.
- diverse mattonelle quadrangolari non erano in linea con le altre risultando su un livello leggermente inferiore, in effetti il giorno prima aveva finalmente piovuto e con il ristagno dell’acqua, probabilmente nella serata, qualcuno ci aveva camminato sopra quando erano ancora fresche.
Siamo tornati sul posto, abbiamo tolto le mattonelle incriminate sostituendole con altre a spese nostre. Con frullini, orbitali e opera di mano abbiamo sistemato le fughe incriminate e sostituito con un’unica lastra, una piccola zona in cui erano stati messi pezzetti di porfido giudicati troppo piccoli.
- collaudo con acqua per pendenze
pavimenti per esterno - collaudo
- mattonelle da sostituire
pavimenti in porfido - mattonelle da sostituire
- smantellamento mattonelle
pavimenti per esterno - smantellamento mattonelle
- sostituzione lastre
pavimenti per esterno - sostituzione lastre
Dopo un’ulteriore sopralluogo-collaudo andato a buon fine, con la felicità di tutti, veniamo “premiati” con un nuovo incarico che estende la stesura del porfido su un’ulteriore superficie, un muretto posto all’ingresso delle due palazzine.
Se è stato di tuo interesse questo articolo potrete vedre ed ascoltare meglio la sequenza dellle lavorazioni sul nostro video: Pavimento in porfido oppure visitare la nostra pagina guida: Pavimenti in porfido; Come pulire il porfido; oppure; breve storia dei pavimenti per esterno dai Romani ad oggi;
Se ti è piaciuto questo articolo sicuramente saprai apprezzare anche la nostra pagina: massetto per esterno
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Buongiorno, articolo interssante, ma non ho capito una cosa. si fa lo scavo, si mette il ciglio, poi si fa il massetto con le relative pendenze; ma se si deve murare le lastre di porfido con spessore variabile, dopo aver fatto il massetto, come si stende la malta cementizia ?
cioè come si opera per murare il porfido con spessore variabile?
salve sig. Franco, dopo lo smantellamento, il suo articolo dice che bisogna posare dei picchetti per le pendenze.
ecco vorrei un chiarimento: come si calcola la pendenza con i picchetti piantati?,
quanti picchetti bisogna mettere?
e come si opera poi con il getto
ecco, mi può spiegare il discorso della messa in opera dei picchetti?
grazie per la disponibilità
Mi sono accorto solo ora che si parla di cubetti in porfido, tutto quello detto precedentemente va bene fino alla gettata, assolutamente posare i cigli che servono per fare contrasto, tirare i fili in pendenza e le postine come vedi sono con un cubetto di porfido allettato su un poco di sabbia. A presto
buongiorno, mi perdoni sig. Franco ma io parlavo delle lastre di porfido.
abbiamo fatto il masstto con le pendenze, ecco se dobbiamo murare lastre di porfido di spessore variabile,come si stende in modo uniforme la malta cementiza?
grazie
Salve stefano, si montano a ‘toppa’una per una, come si montavano i pavimenti una volta, allettandola nella malta e dando ad ogni lastra un “piano”, nel loro insieme devono avere la giusta pendenza….ecc.ecc. Se ti interessa noi facciamo questo lavoro, da dove chiami?
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Buongiorno,
mi hanno appena ultimato una terrazza in porfido esterna in montagna, in un balcone a “vasca”; purtroppo compaiono continui affioramenti d’acqua ed inestetiche fughe bianche. L’azienda dice di impermeabilizzare con un materiale come quello usato nelle piscine ma questo tipo di rimedio a me non convince perchè essendo un terrazzo dove di solito d’inverno nevica e non poco, non vorrei che tale impermeabilizzazione oltre a rovinare il colore della pietra naturale non facesse defluire l’acqua in eccesso con il rischio di allagamenti alla casa.
Lei mi saprebbe dire quale tipo di fuga a regola d’arte si dovrebbe effettuare in questi casi? e darmi un parere sul ripiego proposto, tenuto conto che il piastrellista ha supposto esserci una sacca d’acqua sulla caldana per cattiva pendenza?.
Grazie
Elisabetta Filippis
Salve Elisabetta, se è già stata fatta la stuccatura in maniera tradizionale, la vedo dura toglirla per poterne mettere una nuova…!!! dovrebbe svuotare tutte le fughe…l’idea di mettere le stuccature come quelle delle piscine potrebe essere valida, ma era un lavoro da fare prima, ormai un impermeabilizzante non è in grado di fermare ‘l’acqua’ da sotto…ed infine il suo piastrellista potrebbe assolutamente avere ragione….purtroppo :(:(
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La ringrazio per la sua celere ed esauriente risposta.
Elisabetta Filippis